Marinella Z.
by Giovanni D.
Nome: Marinella Z.
Sesso: Femminile
Luogo di nascita: San Giovanni Suergiu
Residenza: Quartu S. Elena
Nazionalità: Italiana
All’epoca
Anno di nascita
1942
Descriva brevemente le sue condizioni di vita dall’infanzia alla pensione.
Sono nata negli anni della guerra e, come tutti, io e la mia famiglia abbiamo vissuto periodi molto difficili: mio padre lavorava come tecnico capocaldaia in una centrale termoelettrica. Vicino all’impianto, per motivi di servizio, erano stati costruiti gli appartamenti per il personale che sarebbe dovuto intervenire in caso di emergenza. La mia famiglia era composta dai miei genitori e tre figli: io ero la più piccola dei tre. I nonni e gli zii materni abitavano distanti, nel capoluogo, e data la scarsità dei mezzi ci si vedeva poco, i rapporti erano per lo più epistolari. Anche i parenti da paterni vivevano distanti: loro abitavano in Veneto, ci si conosceva solo tramite foto. All’età di sei anni ho iniziato le scuole elementari.
La mia adolescenza è trascorsa molto serenamente, la mia famiglia era molto unita e ho ricevuto supporto, aiuto e consiglio. La scuola, per chi come me abitava in periferia, è sempre stata un sacrificio: ho viaggiato per frequentare le medie e il liceo; per completare gli studi sono dovuta andare a Cagliari in una pensione, mi sono laureata in medicina e subito dopo ho iniziato il mio percorso lavorativo. Ho lavorato prima in una Casa di Cura come medico di medicina generale, e poi in Ospedale presso il Laboratorio analisi. Non mi sono sposata e ho dedicato il mio tempo al lavoro. Non ho viaggiato tanto se non per andare a conoscere, finalmente, i miei parenti in Veneto. Non posso dire che tutto sia stato soddisfacente nella mia vita, che ha avuto alti e bassi. Ho scelto di andare in pensione da giovane, così finalmente ho potuto godere della libertà di cui il lavoro mi aveva, in parte, privato.
Qual era la posizione delle persone anziane quando lei era giovane? Da chivenivano presele decisioni più importanti?
Voglio precisare che noi parlavamo di persone più grandi e non anziane, cui si doveva rispetto proprio per la loro maturità. Una persona alla quale ero molto legata era il capo della centrale elettrica presso cui prestava servizio mio padre, una persona molto colta, intelligente e di grande umanità a cui mi rivolgevo spesso per consigli scolastici e nonsolo.Per quanto concerne le mie scelte,ho sempre avuto molta libertà a riguardo,ho pianificatopersonalmente anche lapensione. Mio padre ci ha insegnatoa fare le nostre scelte in autonomia e non ha mai interferito nelle nostre decisioni che, naturalmente, dovevano essere ponderate, in quanto ne saremmo stati responsabili.Fermo restando che i suoi consigli erano sempre preziosi.
Quali erano i rapporti intergenerazionali nella sua famiglia?
Nella mia famiglia non vi erano problemi generazionali in quanto per fortuna i miei genitori erano molto aperti e di moderne vedute;alle volte mi sembrava quasi di essere più anziana di loro. Dopo i vent’anni sono andata via da casa per studiare matornavotutte le volte che mi era possibile;naturalmente il mese estivo, in cui ero libera dagliesami,lo trascorrevo a casa con la mia famiglia.Purtroppo mio padre ci ha lasciato troppo presto,aveva 73 anni quando è mancato, ma per noi eraancoratroppo giovane e abbiamo sofferto molto,come se fosse venuto a mancareun pilastro della famiglia. Mia madre è venuta ad abitare con me ed rimasta fino all’età di 89anni,quando anche lei ci ha lasciato. Quando io uscivo dall’appartamentoper andareal lavoro,lei gestiva la casa interamente da sola, era una donna fantastica .
Per favore, faccia un confronto tra quello che pensava della vecchiaia quando eragiovane, le sueaspettative sulla vita da pensionatae comevive realmente ora.
Quando ero giovane non pensavo alla vecchiaia e le persone più grandi di me non le consideravo anziane, come ho già detto, ma solo persone più grandi e con più esperienza,alle quali chiedere consiglio. Alla pensione non ho mai pensato,ma non appena ne ho avuto facoltà ho lasciato il lavoro che ormai non mi dava più soddisfazioni: sono andata in pensioneall’età di 53 anni, quindi eroancora abbastanza giovane. Per quanto mi riguarda finalmente mi sono sentita libera eho potuto dedicarmi a mia madre,cheormaiera avanticon gli anni, ai miei fratelli;finalmente ho potutodedicare più tempoai miei familiari e ai miei amici con i quali ho trascorso piacevoli giornate einfine dedicarmi ai miei hobby.
Descriva brevemente le sue condizioni di vita attuale.
Le mie condizioni di vita attuali sono discrete. Vivo in una bella casa con un bel giardino,la mia pensione mi consente di vivere dignitosamente. Purtroppo ho perso troppo presto i miei fratelli, i miei nipoti sono ormai grandi e vivono distanti per motivi di lavoro,ma ci teniamo in contatto regolarmente e in caso di bisognosiamo pronti ad aiutarci.
Quali sono le sue abitudini quotidiane e come trascorre le giornate?
La mia giornata trascorre molto semplicementetra le solite noiose faccende, che devo sbrigare quotidianamente, e la convivenza con i miei vicini di casa: abito in un condominio da più di 40 anni, e ormaitutti gliinquilini sonocome unasecondafamiglia; spesso ci troviamo a discutere del più e del meno e,se necessario,ci aiutiamo a vicendae qualche voltausciamo insieme. Tanto per fare un esempio, quando sono stata ricoverata per un intervento, una vicina di casa si èpresa cura di me e dei miei animali, mentreun’altra mi faceva compagnia e veniva a trovarmi tutti i giorni.Quasi tutti i miei vicini, a dire il vero, sono venuti a trovarmi in clinica. Nel mio palazzo siamo quasi tutti pensionati,i loro figli e i loro nipoti fanno parte dellanostra grande famiglia,per cui nessuno si sente solo . Mi fanno compagnia anche un cane e tre gatti.
Quali sono i suoi rapporti con i social media? Li usa quotidianamente?
I media che utilizzo tutti giorni sono ovviamente TV, radioegiornali. Mi piace la tecnologia (i miei nipoti mi chiamano la zia tecnologica),uso naturalmente Internet, computer, smartphone,anche perché al giorno d’oggiè tutto informatizzatoe bisogna adeguarsi. Ma per me è diventato anche un hobby. Cosa pensa la mia generazione di questa tecnologia? Direi che alcuni sono bravissimi,altri vi si stanno avvicinando grazie all’utilizzodegli smartphone,anche se non ne sono molto entusiasti.
Quali sono le cose che riescono a motivarla maggiormente?
Quello che mi motiva particolarmente è,di sicuro,mantenere l’attività fisica -per quanto ce lo concedano gli acciacchi -e soprattutto quella mentale. È importantemantenere il contatto col mondo, con i propri amici e familiari:in pratica vivere. Equesto è stato anche l’insegnamento dei miei genitori.
Qual è, secondo lei, il ruoloprincipaledei pensionati?
I ruoli dei pensionati possono essere diversi:possono aiutare i figli con la gestione dei nipotini, tramettere ai più giovani le tradizioni e far loro conoscere il proprio passato come hanno fatto i nostri genitori con noi, perché è importante che tutto questo bagaglio di esperienze non vada perso.
Qual è il suo messaggio per le giovani generazioni?
Ai giovani posso solo dire: ascoltate gli anziani, gli anziani possono sempre darvi buoni consigli.Dialogate con loro,scoprirete quante cose interessanti hanno da dirvi;magari qualche volta staccatevi dai vostri smartphonee dedicate piùtempo ai rapporti reali.