Anna Maria F.
Nome: Anna Maria F.
Sesso: F
Luogo di nascita: Melfi(PZ)
Anno di nascita: 1946
Residenza: Carbonia(SU)
Nazionalità: Italiana
All'epocaIn quale anno è nata?
Sono nata nel 1946.
Descriva brevemente lesuecondizioni di vita dall’infanzia alla pensione.Quali erano i rapporti intergenerazionali nella sua famiglia?
La mia famiglia apparteneva alla media borghesia.Era una famiglia allargata, composta dai miei genitori,4 figli e da mia nonna paterna;alla morte del maritoè venuta a vivere con noi ancheuna zia paterna.Ho frequentato la scuola fino alla laurea.La mia infanzia,anche se si trattava degli anni deldopoguerra,è stata felice, e l’adolescenza abbastanza serena.
Qual era la posizione delle persone anziane quando lei era giovane? Da chivenivano presele decisioni più importanti?
I miei genitori concedevanoa me e ai miei fratelli una certa libertà(che era tanta in relazione aitempiin cui abbiamo vissuto),anche se a me,in verità, quella libertà non bastava mai. Non ci hanno imposto il corso di studi,ci hanno sempre sostenuto.Oltre che con i miei genitori, io avevo un bellissimo rapporto con mia nonna,e da mia zia ho cercato di imparare la discrezione e la gratitudine.A scuola andavo volentieri e abbastanza bene.Nel tempo libero uscivocon gli amici,si andava al cinema,a ballare,ma sempre nel pomeriggio,perché alle 8 della serascattava il coprifuoco,e ognuno doveva fare rientro alla propria abitazione.
In quel periodo la società era alquanto classista e ci si frequentava,per lo più,tra appartenenti alla stessa classesociale. Quando mi sono trasferita a Cagliari per frequentare l’Università ho iniziato ad amare il teatro ea fare qualche viaggetto(in quattro con una 500 abbiamo visitato un pezzo d’Europa).Ho sempre avuto avversione per il matrimonio.Dopo aver finitogli studi di Medicina,ho iniziato a lavorare.Ho avuto la fortuna di fare il lavoro che avevo sempre desiderato.È stato molto appagante ma anchecarico
2di responsabilità e abbastanza impegnativo, perché occupava gran parte della mia giornata; di conseguenza ho potutodedicare,purtroppo,poco tempo alla famiglia: Però è un lavoro che mi ha insegnato tanto dal punto di vista umano echeha contribuito a modificare la mia scala dei valori.Vedere le sofferenze altrui, ad esempio, ridimensionava immediatamente le mie.
Quali sono le sue abitudini quotidiane ora che è in pensione? Ecome trascorre le giornate?
Nel tempo libero ho continuato ad incontrare gli amici,andare al cinema,a teatro e, quando possibile,a faredeiviaggi un po' più impegnativi.Viaggiare è sempre stata una mia passione.In pensione,chiaramente, possofare dei viaggipiù lunghi, per cui posso raggiungere paesi più lontani,più particolari o più coinvolgenti: mi piace conoscerne la storia e vedere di persona i luoghiche,quando frequentavola scuola, ho potuto solo immaginare.Tutto questo è stato possibile per l’evoluzione tecnologica e il miglioramento delle condizioni di vita che si sono avute dalla seconda metà del secolo scorso.Certo che, rispetto a quando ero bambina,la società e le condizioni di vita sono molto cambiate: prima c’era poco ma ci si accontentava di più e si apprezzava tutto quello che si aveva a disposizione, anche le piccole cose; c’era meno spreco,più rispetto l’un l’altro,soprattutto verso gli anziani,che erano considerati un’insostituibile risorsa; c’era più solidarietà tra i vicini,più rispetto delle regole e dei ruoli.Di contro,purtroppo,c’era anche più classismo e più razzismo.C’era meno considerazione per l’ambiente e per la tuteladegli animali,ma non quegliorribili allevamenti intensivi; c’era più voglia di fare,di essere indipendenti economicamente, si aveva più voglia di emergere dal gruppo piuttosto che appiattirsi in esso,anche a costo di fare molti sacrifici.
Per favore, faccia un confronto tra quello che pensava della vecchiaia quando eragiovane, le sueaspettative sulla vita da pensionatae come è vive realmente ora.
Io non avevo particolari aspettative sulla vita da pensionata egodendo,per fortuna,di buona salute,apprezzo questa vita al rallentatore.Faccio un po' di volontariato,attività fisica,frequento associazioni culturali e continuo a coltivare le mie passioni.Guardo poca tv ma leggo,come ho sempre fatto sin da ragazzina,sia quotidiani chelibri.Vivo da sola col mio cane e faccio quel che mi pare.
Quali sono i suoi rapporti con i social media? Li usa quotidianamente?
Non utilizzando più il computerper lavoro,ora lo utilizzo per giocare e navigo per informarmi,senza perdermai il senso critico. Lo utilizzo spesso ancheper facilitarmi la vita:pagare bollette,tasse,prenotare voli e alberghi,biglietti per mostre ecc;ho poco a che fare con l’e-commerce perché non mi piace, quando lavoravo compravo i prodotti di consumo.Lo smartphone,oltre che per le sue funzioni istituzionali,lo uso per fare foto,video,chattare e tenermi in contatto con parenti ed amici; lo utilizzo anche per l’home baking,per video chiamare con zoom,come navigatore.Sicuramente molti anziani useranno queste tecnologie più e meglio di me,ma alcuni meno.
Qual è, secondo lei, il ruoloprincipaledei pensionati?
Io penso che l’anziano debba averecura di sé stesso, essere indipendente il più possibile e sempre pronto a mettere a disposizione il suotempo,le sue competenze e,se richiesta, la sua poca o molta saggezza raggiunta.
Qual èil suo messaggio per le giovani generazioni?
Il mio messaggio per i giovani:prima di tutto scoprite la parola DOVERI,ormai dimenticata a favore della parola DIRITTI. Andate oltre le apparenze,riconoscete i veri valori della vita,accettate sacrifici e sconfitte perché fortificano,non lasciatevi condizionare dal gruppo ma pensate con la vostra testa ed agite di conseguenza,non usate mai la violenza perché-da qualunque parte provenga -non è protesta,è sempre e solo violenza,difendete sempre le vostre idee,lottate per realizzare i vostri sogni.